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L'origine araba del risotto allo zafferano

Lo zafferano è una spezia originaria dell’antica Persia e diffusa dagli Arabi in Occidente ,prima approdando in Spagna e successivamente nella nostra Sicilia. Cerchiamo di capire come mai una spezia così lontana è andata a finire in un piatto nato alla fine del quattordicesimo secolo a Milano! La spiegazione mischia leggenda a documenti scritti e narra che tra il 1572 e il 1576 lavorasse alle vetrate del Duomo di Milano il pittore Valerio de Perfudavalle, un abile pittore ma con un debole per il vino. Spesso lasciava il pennello al suo garzone che si divertiva a creare effetti incredibili con lo zafferano, un colorante che allora si utilizzava in tintoria e per la preparazione di ricette galeniche, a cui conferiva il caratteristico colore giallo-oro. Proprio per questa sua abitudine di usare la spezia per colorare, il garzone venne chiamato ‘zafferano’ e il suo maestro Valerio, convinto di prenderlo in giro in modo esagerato gli diceva spesso che col tempo avreb

La 'nazionalità' dell'insalata russa

Questo piatto di russo non ha proprio nulla; in Russia viene chiamata insalata ‘italiana’ e in Germania ‘italienischer salat’. Ma perché la chiamiamo così? Il suo nome deriva dal fatto che intorno agli inizi del Novecento, in Liguria, nella zona del ponente, vivevano molti aristocratici russi estremamente ricchi e per soddisfare i loro palati i cuochi ideavano piatti costosi ed estremamente elaborati. I piemontesi, nel corso degli anni, che capitavano in Liguria, hanno avuto modo di assaggiare questo piatto e, piaciuto, lo hanno ‘adottato’; infatti oggi nei menù tipicamente piemontesi, l’insalata russa è presente tra i vari antipasti. Ad oggi, questo piatto presenta diverse varianti, spesso a gusto di chi la prepara; in origine era costituita da una macedonia di verdure crude conservate sotto aceto a cui si aggiungevano pezzi di verdure fresche, cotte o lessate, della lingua salmistrata e condita poi con della maionese non troppo morbida e ricoperta con dell

L'oro di Sorrento - il Limoncello

Il successo di questo buonissimo liquore a base di bucce di limoni è nato negli anni Ottanta, dove inizialmente era una produzione locale a base artigianale, per il consumo delle singole famiglie che non mancavano di offrire ai loro ospiti, a fine pasto, un bicchierino di questa bevanda, ma ben presto divenne popolare in tutta Italia ed il suo nome lo deve al frutto con cui a Napoli venivano chiamato il ‘limo’ o ‘limetta’, con la cui buccia appunto, si prepara questo liquore. E’ un po' difficile dare una precisa paternità al Limoncello, in quanto alcune fonti asseriscono che nacque agli inizi del 1900, dove in una piccola pensione il nipote della proprietaria, Sig.ra Maria Antonia Farace che coltivava un frutteto di piante di limone e arance, decise di aprire un’attività di ristorazione dove il pezzo forte del bar era proprio questo liquore. Altre indicano l’abitudine antica di pescatori e contadini di sorseggiare già di prima mattina, durante le stagioni fredde, u

Penne con pesto di piselli e basilico

Questo tipo di pesto si può realizzare anche con i piselli surgelati, fatti sbollentare in acqua leggermente salata, ed è buonissimo...ma ovviamente fatto con i piselli freschi è decisamente...favoloso! Preferite pasta corta tipo penne, mezze maniche o mezze penne, ma anche tortiglioni, gemelli, farfalle... Le dosi per 4 persone sono: Penne : 320 g Piselli (surgelati o freschi): 200 g Basilico: 1 mazzo Aglio: mezzo spicchio Pecorino 80 g Olio evo q.b Sale e pepe q.b. Versate i piselli in una casseruola con acqua bollente salata e cuoceteli per 3-4 minuti. Scolateli tenendo da parte un mestolo abbondante di acqua di cottura e passateli sotto l’acqua fredda. Mettete metà dei piselli nel mixer con le foglie di basilico pulite, unite l’aglio, 4 cucchiai d’olio e l'acqua di cottura, quindi frullate per ottenere una crema morbida. Incorporate il pecorino*, sale e pepe, poi versate il pesto in una ciotola e aggiungete i piselli lasciati interi. Lessate intanto le p

Soufflè al bagoss e zafferano

Vogliamo cimentarci a fare un bel soufflè monoporzione?!! Questo al formaggio e zafferano è squisito e servendolo in cocottine singole è anche molto bello da vedere. Le dosi sono per 4 persone 80 gr di farina 110 ml di latte 3 uova 40 gr di burro 150 gr di bagoss (o fontina) 1 bustina di zafferano burro per lo stampo sale e pepe q.b. Iniziamo preparando la besciamella, scaldando il latte dove avrete stemperato lo zafferano. Aggiungete il sale e una bella macinata di pepe. In una padella fate un roux, facendo fondere il burro con la farina amalgamando bene. Aggiungete poi il latte al roux e cuocete finchè la besciamella non si sarà addensata. Lasciatela intiepidire e incorporatevi il bagoss, o la fontina, grattugiato e i rossi d'uovo mescolando delicatamente. Montate a neve gli albumi e aggiungeteli alla besciamella in modo lento e delicato. Adesso non vi resta che imburrare gli stampini e riempirli con il composto. Infornateli a 175°, forno stat

Torta con farina di riso e cioccolato

Sfornata e assaggiata! Oggi ho deciso di fare una torta con la farina di riso; è la prima volta che provo, di solito uso la farina normale ma avevo sentito parlare di dolci eccezionali fatti con questo tipo di farina e allora...via a prepararla! Ho seguito come base una ricetta che ho trovato nel web, ma come al solito io mi diverto a modificarla per adattarla ai miei gusti e anche per fare nuove scoperte. Innanzitutto facciamo il punto sul cioccolato: non ho usato tavolette o cioccolato in barattolo...ma sono andata sul riciclo: sono andata ad aprire la vetrina ed ho preso una bella manciata di cioccolatini, quelli fatti a boule, per intenderci tipo i Lind'or, belli cicciottosi. Purtroppo non erano molto graditi come gusto e così ho pensato di riciclarli nella torta. E il risultato è stato ottimo. Ora vi metto gli ingredienti; è una ricetta molto veloce ed è l'ideale per quando avete poco tempo e ospiti alla porta. Ingredienti 250 gr di farina d

Basta il nome! Celebrità gastronomiche

Quando sentite parlare di piatto alla Bismark , bistecca, asparagi o hamburger, coperti da uova fritte, non pensiate che facciano parte della cucina tradizionale tedesca. In realtà, questo termine è stato coniato verso la fine dell’Ottocento, quando fu siglato il patto della Triplice Alleanza (tra Austria e Italia contro le nazioni russa e francese); il cancelliere, Otto von Bismark-Schonhausen era il simbolo della potenza tedesca e la sua figura faceva pensare a qualcosa di estremamente forte. Così si è pensato di dare il suo nome ad un piatto che univa il potere nutriente della carne a quello altrettanto nutriente di un uovo fritto nel burro. Un cibo super-energetico. La Paillard , è un piatto proveniente dalla tradizione francese, anche se ormai poco servito; si tratta di una sottile fetta di vitello o manzo, leggermente battuta e cotta senza condimenti, per pochi minuti, alla griglia o alla piastra e servita con sale e pepe, ed eventualmente alcune gocce