Quando sentite
parlare di piatto alla Bismark, bistecca, asparagi o hamburger,
coperti da uova fritte, non pensiate che facciano parte della cucina
tradizionale tedesca.
In realtà, questo
termine è stato coniato verso la fine dell’Ottocento, quando fu
siglato il patto della Triplice Alleanza (tra Austria e Italia contro
le nazioni russa e francese); il cancelliere, Otto von
Bismark-Schonhausen era il simbolo della potenza tedesca e la sua
figura faceva pensare a qualcosa di estremamente forte.
Così si è pensato
di dare il suo nome ad un piatto che univa il potere nutriente della
carne a quello altrettanto nutriente di un uovo fritto nel burro.
Un cibo
super-energetico.
La Paillard, è un
piatto proveniente dalla tradizione francese, anche se ormai poco
servito; si tratta di una sottile fetta di vitello o manzo,
leggermente battuta e cotta senza condimenti, per pochi minuti, alla
griglia o alla piastra e servita con sale e pepe, ed eventualmente
alcune gocce di limone.
Cosa quest’ultima
che fa storcere un po' il naso dei buongustai perché sostengono che
il limone non faccia gustare al meglio il sapore della carne.
Un ‘altro piatto
di origine francese è il ‘Tournedos’, è un taglio di carne,
ricavato dal cuore del filetto di bue, di forma rotonda e cotto alla
griglia, rigorosamente al sangue, di almeno due centimentri di
spessore e servito con salsa o burro aromatizzato.
Questo termine
deriva dalle parole ‘tourne’ e ‘dos’, cioè ‘voltaschiena’;
ci sono due teorie che spiegherebbero questo nome.
La prima dice che i
tournedos si preparavano cotti alla fiamma, non sotto agli occhi del
cliente ma ‘dietro’ la sua schiena; l’altra afferma che nelle
famose Hellas di Parigi i banchi dove vi erano carne e pesce di
dubbia freschezza stavano di schiena alle vie principali.
Un appassionato di
questo piatto fu Gioacchino Rossini che li gustava con contorno di
fettine di foie gras passate nel burro, crostini di pane fritti,
lamelle di tartufo e un po' di salsa al Madera...Ancora oggi ci sono
dei ristoranti di alto livello che servono i ‘Tournedos alla
Rossini’.
Il carpaccio forse è
un piatto che molti di noi riconoscono: delle fettine sottilissime di
carne bovina cruda, insaporita con della salsa.
E’ un piatto di
recente ‘invenzione’, creato dal proprietario dell’Harry Bar di
Venezia, Giuseppe Cipriani; quando la contessa Amalia Nani Moncenigo,
sua abituale cliente, richiedeva giornalmente dei piatti di carne
cruda, forse per seguire una dieta particolare, Cipriani pensò di
condire le fettine di carne che la contessa consumava con una salsa
ottenuta da tuorli d’uovo, senape, limone, olio d’oliva, sale e
pepe, aceto e poche gocce di salsa Worchesterschire.
I colori del piatto,
rosso e giallo, ricordavano i colori del pittore Carpaccio, usati da
lui abitualmente per i suoi dipinti; in omaggio al grande artista, si
battezzò il piatto con il suo nome.
La Chateubriand, (o 'Filet Mignon') invece è un piatto costituito da una fetta di carne di 3-4 cm di
spessore per un peso che oscilla dai 350 ai 500 gr, ricavata dalla
parte centrale del filetto di bovino adulto.
Ovviamente di
origine francese, come si evince dal suo nome, viene servita in
Francia cotta al sangue o sulla griglia, o sulla brace o direttamente
in forno a temperatura massima. Ben rosolata fuori e tenera dentro,
viene accompagnata con salsa bearnaise, oppure con una salsa
preparata con champignon, scalogno, vino bianco secco e foglie di
alloro e timo il tutto ridotto e filtrato e stemperato con burro fuso
e dragoncello.
Gli storici
accreditano questo piatto al visconte Francois Renè de Chateaubriand
dal proprio cuoco.
Di solito il visconte, goloso di questo piatto, lo
ordinava spesso e il maitre usava dire alla cucina ‘Un filetto di
bue, molto alto, alla griglia, poco cotto per monsieur De
Chateubriand’...Un discorso talmente lungo che alla fine, scocciato
il cuoco un giorno gridò ‘Una Chateubriand!!’
Un termine che si è
consolidato nel tempo.
Grazie per queste pillole di cultura!
RispondiElimina