Il successo di
questo buonissimo liquore a base di bucce di limoni è nato negli
anni Ottanta, dove inizialmente era una produzione locale a base
artigianale, per il consumo delle singole famiglie che non mancavano
di offrire ai loro ospiti, a fine pasto, un bicchierino di questa
bevanda, ma ben presto divenne popolare in tutta Italia ed il suo
nome lo deve al frutto con cui a Napoli venivano chiamato il ‘limo’
o ‘limetta’, con la cui buccia appunto, si prepara questo
liquore.
E’ un po'
difficile dare una precisa paternità al Limoncello, in quanto alcune
fonti asseriscono che nacque agli inizi del 1900, dove in una piccola
pensione il nipote della proprietaria, Sig.ra Maria Antonia Farace
che coltivava un frutteto di piante di limone e arance, decise di
aprire un’attività di ristorazione dove il pezzo forte del bar era
proprio questo liquore.
Altre indicano
l’abitudine antica di pescatori e contadini di sorseggiare già di
prima mattina, durante le stagioni fredde, un bicchiere di limoncello
per scaldarsi.
Ma si sa di per certo che il limone, in Campania è presente già dal 1° secolo d.C.; già allora i botanici riconobbero in alcune raffigurazioni del periodo la varietà ‘Femminiello Comune’ che oggi è conosciuta come ‘ovale di Sorrento e ‘sfusato di Amalfi’, perché di forma allungata.
Ma si sa di per certo che il limone, in Campania è presente già dal 1° secolo d.C.; già allora i botanici riconobbero in alcune raffigurazioni del periodo la varietà ‘Femminiello Comune’ che oggi è conosciuta come ‘ovale di Sorrento e ‘sfusato di Amalfi’, perché di forma allungata.
La penisola
sorrentina è il luogo ideale per questa varietà di frutti, molto
profumati, aromatici e ricchi di oli essenziali e oggi, riconosciuto
con il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) ha anche un
disciplinare che da indicazioni su come procedere per ottenere il
pregiato liquore: si parte dalla pelatura dei limoni già lavati e
puliti a cui fa seguito la macerazione nell’alcol delle bucce per
almeno 48 ore, dopodichè si aggiungono acqua e zucchero all’infuso
ottenuto.
Questa delizia, da i
più consumata fredda, è ottima non solo da gustare come dopo pasto,
ma anche per aromatizzare dolci o macedonie!
Commenti
Posta un commento